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giovedì 20 ottobre 2016

Nuovo Tip: il dopo Milena Gabanelli

A chiunque possa interessare

Il 17/10/2016 un servizio di Milena Gabanelli ha agghiacciato chiunque pensi di investire, o abbia già investito, in fondi comuni di investimento e simili.
L’argomento era del resto ampiamente noto: anche Mediobanca (sic) aveva avvisato i risparmiatori tempo fa riguardo ai Fondi con parole di fuoco. Così come era ampiamente noto tutto quanto ha mostrato la Gabanelli sugli investimenti in diamanti: l’unica novità vergognosa è che adesso vengono proposti nel modo in cui sono proposti dalle Banche nazionali, Consob nulla ostante.

La domanda che mi si rivolge più spesso ora è del tipo: ma se ho ricevuto un’eredità, se ho del denaro liquido (etc. etc.) e non voglio speculare, fare trading (etc. etc.) ma semplicemente voglio mettere i denari in una collocazione decente, cosa devo fare?
Per quanto possa sembrare strano, non è molto difficile rispondere a questa domanda.
Credo che nel campo obbligazionario il BTP italiano sia un giusto compromesso tra rendimento e rischio di default. Molti di voi sanno come la penso (ma non ho voglia di imbarcarmi in una disquisizione dotta adesso): se davvero l’Italia fosse a rischio di default, questo sarebbe già avvenuto in molte occasioni. Perché non è successo? Perché il nostro apparato imprenditoriale rimane uno dei più forti e vitali del mondo, e questo è ciò che, sempre, conta davvero. Quindi nel portafoglio “tranquillo” ci sta bene un 65% di BTP: di cui il 20% a 3 anni, il 50% a 5 anni, il 20% a 10 anni e il 10% a 20 anni. Stop.
Il posto più sicuro, poi, per mettere il rimanente 35% del portafoglio “tranquillo” - senza farsi spaventare dalla volatilità giorno per giorno o mese per mese - sono le azioni delle grandi multinazionali quotate a New York che hanno conquistato una posizione di mercato dominante e che quindi sono in grado di comandare i prezzi dei propri prodotti (perché anche questo è ciò che conta sempre davvero). La scelta non è difficile. In questo momento, ad esempio, in parti uguali: Procter & Gamble (simbolo: PG); Berkshire Hathaway (BERK.B); Adobe System (ADBE); Alphabet Inc. (GOOGL); Apple (AAPL); Johnson & Johnson(JNJ); Mastercard (MA)… (se non bastano, please ask). Qualcuno di voi avrà notato che alcuni di questi titoli sono anche nel portafoglio di Warren Buffett.
E’ vero che si tratta di azioni in dollari, e quindi la loro quotazione subisce l’effetto del cambio, ma questo, dato che i BTP sono in euro, contrariamente a ciò che si pensa introduce una diversificazione niente affatto sgradita.
A tutti coloro, poi, che obietteranno che tutti questi titoli sono già saliti moltissimo, ricordo che quando Apple era salita da mezzo dollaro (anno 1980; quotazione corretta con gli split) a 1 dollaro... era già raddoppiata, salvo il fatto che nel 2015 arrivò a 130,28 dollari, con un rendimento composto, quindi, del 114% medio annuo per 35 anni.

Un ultimo warning: attenzione all’ingordigia. I rarissimi grandi gestori documentati, sono riusciti ad avere un rendimento più o meno costante del 20% circa l’anno per una quindicina di anni (sulla parte azionaria); quindi voi presumibilmente farete peggio.

Ma forse non tanto peggio, si spera. 




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